SEGUICI!!

Seguiteci anche sulla nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/ilpostodeiqualunque

sabato 26 agosto 2017

ALLO SPECCHIO

(l'immagine è tratta dal sito http://envoi.tumblr.com/post/4207351180)
 
 
Quando si svegliò tutto era strano, quasi senza tempo.
Ogni cosa sembrava immobile, fissa, senza anima né vita. Che cosa stava succedendo al mondo? Era sempre lo stesso mondo in cui era andato a dormire la notte prima?
L'uomo scese le scale della zona notte della sua villa e si diresse verso il bagno. 
Arrivato all'ultimo scalino, sentì un rumore di piccoli passi. Guardò in alto, all'inizio della scala, e scorse un bambino che, tenendosi alle aste di legno che delimitavano lo spazio della scala, lo guardava dall'alto curioso.
L'uomo strabuzzò gli occhi credendo di aver visto un fantasma e dopo aver riguardato nello stesso punto non vide nessuno. Si diresse in bagno, andò verso il lavandino e si lavò la faccia accuratamente. Lavò denti ed ascelle e si diresse verso la camera che aveva al suo interno la cabina armadio.
Vi era un enorme specchio che utilizzava per guardarsi.
Scelse i vestiti e li indossò. Successivamente, si guardò allo specchio, ma quest'ultimo rifletté tutt'altro.
All'interno, vi era l'immagine di un bambino, lo stesso bambino che da sopra le scale lo scrutava.
L'uomo strizzò nuovamente gli occhi, ma questa volta il bambino non sparì. Anzi, uscì dallo specchio e gli si parò davanti.
Si guardarono per alcuni lunghi minuti, poi l'uomo esclamò "Mio Dio!".
Riconobbe il bambino: era sé stesso a cinque anni vestito con la maglietta a mezze maniche di Topolino bianca e un pantaloncino blu.
- Mi chiamo Giuseppe - disse il bimbo - e ho cinque anni. Sono nato il 19 marzo 1985. Tu chi sei? -.
L'uomo, del tutto spaesato, restò a bocca aperta. 
- Chi sei tu? - domandò ancora il bambino.
- Mi chiamo Giuseppe - balbettò lui - ho 32 anni e sono nato il 19 marzo 1985 -.
- Io gioco sempre a fantasticare e mi piace tanto usare la penna e il foglio. A nove anni scriverò poesie perché col tempo mi piacerà scrivere. Tu che fai? -.
- Lavoro -.
- E scrivere? -.
- Mi piace molto, è la mia più grande passione -.
- E che fine ha fatto? -.
- Nessuna fine, scrivo inutilmente cose che non legge nessuno -.
- Giuseppe ama giocare a calcio, tu giochi? -.
- Non più. Mi hanno obbligato a non farlo e io mi sono piegato -.
- A Giuseppe piace stare con la gente, fare ridere. A dieci anni sarò nella stanza ad immaginare degli spettacoli e farò le imitazioni e farò ridere tutti. Che fine ha fatto questa cosa? -.
- La faccio per far ridere e per farmi accettare, ma senza risultato. Non ho amici e non ho mai amato come si deve -.
- Anche questo hai perso? -.
- Forse -.
- Sei felice? Io pensò che da grande mi vorranno tutti bene. Sono un bravo bambino e faccio sempre tutto quello che mi dicono gli altri -.
- Non sono felice. Gli altri non ci sono e faccio ancora tutto quello che mi dicono gli altri -.
Il bambino piegò la testa e lacrimando disse - E che cosa è rimasto di me Giuseppe? Perché non mi hai voluto bene? -.
L'uomo cominciò a piangere a sua volta - Ti ho perso -.
- Perché mi hai abbandonato così? Io ti volevo bene. Volevo il pallone per giocare, la penna per scrivere, volevo recitare, volevo scoprire il mondo. Perché sei diventato così vigliacco? Perché tutti hanno deciso della tua vita e ti hanno allontanato da me? -.
- Non ho avuto il coraggio di starti accanto -.
- E a chi mi hai consegnato? Nelle mani di chi mi hai messo? -.
- Non lo so. Ormai nemmeno la mia vita è nelle mie mani. Hanno tutto loro in mano: padre, madre, fratelli, amici, voci. Sono loro che decidono di me e per me -.
- E vagherò piangendo per l'eternità nei meandri del tuo corpo? Vienimi a prendere, mi manchi -.
- Non ho il coraggio -.
- Ma quando pensavamo di fare il calciatore? Di scrivere? Di comprare una villa e un cane? Di avere una figlia? Tutto questo siamo noi. Sono io che te lo chiedo. I sogni vanno protetti -.
- I sogni li ha chi ha coraggio. E io non ne ho. Abbiamo perso entrambi: tu i tuoi sogni, io te -.
Il bambino cominciò a sparire mentre l'uomo, guardandosi allo specchio, notò di diventare sempre più vecchio.
- Che mi succede? - domandò Giuseppe grande.
- Stai morendo dentro e io sto morendo con te - rispose Giuseppe vecchio.
- E ora cosa accadrà? -.
Il bambino scomparendo per sempre disse semplicemente - Nulla, come in tutta la tua vita -.

Nessun commento:

Posta un commento