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venerdì 20 marzo 2020

L'ESPRESSIONE - parte 2 -

(fonte: qui)


Alex, tutti quei giorni, li aveva passati a sbirciare Livia che lavorava alla sua scrivania posta a qualche metro dalla sua.
Il lunedì famoso non tardò ad arrivare, ma non voleva assillarla né darle l'idea che fosse impaziente. Decise di aspettare un altro po'.
Finito l'orario di lavoro, il ragazzo prese il casco e, dopo aver salutato tutti, uscì fuori al parcheggio custodito dell'azienda e si diresse verso la sua motocicletta.
Arrivato, mise la chiave nel quadro di accensione, la girò in direzione ON e accese il mezzo. Mentre stava per infilarsi il casco sentì la voce che attendeva da giorni.
- Ehi Valentino Rossi.
Alex sorrise, si voltò e salutò Livia.
- Volevo dirti che ho finito di leggere i tuoi scritti, ma nella fretta stamattina ho dimenticato il cartaceo a casa.
- Non preoccuparti, preferisco lo tenga tu.
- Ma come siamo gentili.
- Si ok, ma tu ora mi devi una recensione.
- Ora?
Il ragazzo sorrise di nuovo, porse il suo casco alla ragazza - Sali! -
Livia non si aspettava un gesto simile. Alex era sempre stato un tipo stravagante, ma così impulsivo mai. L'idea però le piaceva, la giornata era splendida e un giro in moto ci stava tutto.
Dopo aver indossato il casco, salì in sella alla motocicletta dove il ragazzo l'attendeva già pronto per partire. Alex le indicò il modo corretto per fare la zavorrina - Tieni le braccia sul serbatoio. Se vado troppo forte, o hai timore, basterà solo che tu mi dia due colpetti con la mano sulle costole e io capirò che devo rallentare, ok?
- Ok?
- Bene.
La bellissima BMW F800R nera metallizzata si mosse in maniera fluida. Alex non aveva ben in mente dove andare, ma pensò che il mare sarebbe potuto essere uno scenario ideale.
Mentre guidava sulla strada che costeggiava il litorale, sentì Livia stringere le braccia per tenersi ancor più aggrappata a lui. Per un attimo, gli venne il desiderio di aumentare la velocità per sentirsi sempre più abbracciato da lei.
D'un tratto, però, sentì all'altezza dello sterno due colpi secchi. La ragazza chiedeva di rallentare. In effetti aveva ragione: non si era accorto che il contachilometri segnava 120. Ironicamente pensò anche che quel gesto rappresentava tutta la situazione che stava vivendo: era proprio lì che Livia l'aveva colpito. Al cuore.
Si fermarono in una zona dove a farla da padrone erano gli scogli.
Andarono a sedersi e cominciarono la loro chiacchierata.
- Sono davvero colpita. Non pensavo scrivessi così bene.
- Grazie, mi fa piacere che tu abbia gradito.
- Posso chiederti come mai hai voluto che leggessi i tuoi scritti?
- Perché sapevo che avresti capito ogni singola parola. Non tutti gli occhi sono abili ad osservare.
- E i miei sono capaci?
- Sono abbastanza grandi perché ci possa entrare il mondo di una persona.
- E il mio?
- Ce lo fai vivere stando semplicemente accanto a te.
Livia assunse di nuovo quella sua espressione.
- Eccola là.
- Ma mi spieghi che smorfia faccio?
L'espressione della donna più bella del mondo pensò. - Semplicemente la tua -  si limitò a rispondere.
Si guardarono negli occhi il tempo necessario per far capire ai loro cuori che la linea di confine era stata superata. 
Il mare, però, che da sempre sa dire quell'ultima parola che tutto può concludere e tutto può sancire, decise che era arrivato il momento per il ragazzi di terminare il loro momento insieme. 
Un'onda un po' più alta delle altre, si infranse sugli scogli provocando un rumore che destò i due.
- Andiamo - disse semplicemente Alex.
- Sì - rispose Livia con un tono che sembrò troppo dolce anche a sè stessa.
Saliti sulla moto, la ragazza senza accorgersene abbracciò Alex poggiando il suo orecchio destro sulla sua schiena. 
Lui chiuse gli occhi assaporando ogni singolo secondo di quel momento.
Pensò che un uomo, quando cammina come un equilibrista sul filo teso della vita, se ha l'amore, riesce a trasformare il precipizio in panorama.

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